bloud nasce dal vuoto, di quel vuoto si nutre e in quel vuoto spera di rimbombare

Ci siamo: è arrivato il giorno del voto di mozione di sfiducia al governo. Fuori si riuniscono i manifestanti, con la speranza che questa giornata segni davvero l’inizio di qualcosa di nuovo. Dentro intanto arrivano i parlamentari, consapevoli del fatto che oggi, ogni singolo voto, può segnare la fine del governo e non solo.

Dentro si inizia a votare,  fuori cominciano a sfilare i cortei. Cortei politicizzati, perché a quelli fuori viene insegnato che arriva un momento nella vita di tutti in cui bisogna fare i conti con le proprie idee e scegliere tra destra e sinistra. Anche dentro lo sanno bene,  per questo stabiliscono il prezzo e valutano le offerte. Basta poco e il clima diventa teso. Fuori tra urla rabbiose volano manganellate e bombe carta. Dentro, cribbio, la Polidoro vota no, Granata e Conte arrivano alle mani e Fini sospende la seduta.

Fuori adesso è una vera e propria guerriglia. Caschi blu contro resto del mondo. Dentro vestono tutti la stessa divisa e passano da una parte all’ altra senza bisogno di cambiarsi di maglia. Fuori un ragazzo che si dichiara minorenne impugna una pala ed avrà qualche guaio con la giustizia. Dentro un signore con la passione per le minorenni tira fuori il portafoglio e rimanda a data da definire tutti suoi guai con la giustizia.

Dentro, tutto quello che fanno, lo fanno per il bene del popolo italiano. Fanno lodi per il bene del popolo italiano. Approvano leggi per difendere gli interessi del popolo italiano. Votano la fiducia al governo perchè questo è ciò che il popolo italiano vuole. Fuori, questo  popolo italiano nessuno ha capito bene chi sia. Alcuni dicono che sia quello seduto davanti alla televisione che crede al Tg1 e sogna il Grande Fratello, altri quello dei cortei colorati, altri ancora quello della guerriglia. E se fosse sempre lo stesso che, quando vede la possibilità di un corteo o una guerriglia, spegne la televisione e scende a sfogarsi in piazza?

Adesso è tutto finito. Dentro è stata votata la fiducia. Dalle dichiarazioni sembrano tutti moderatamente contenti e moderatamente preoccupati. Un po’ vincitori e un po’ sconfitti. Salgono sulle loro auto blu e guardano dal finestrino Roma distrutta.

Fuori hanno perso tutti e tutti hanno perso la fiducia. Ha perso la civiltà, ha perso la democrazia, ha perso la ragione, ha perso la politica. Tornano a casa svuotati, si siedono davanti alla televisione e sullo schermo guardano passare le immagini dei sorrisi dei parlamentari e delle strade di Roma devastate.

Dicono che abbia vinto la fiducia. Ma forse due mondi così diversi non potranno mai chiamare una cosa con lo stesso nome.

 
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